La Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta) dell’Aquila esprime una serie di critiche rispetto al progettodi percorso ciclopedonale da realizzarsi a partire da via delle Fiamme Gialle.
“Annunciato a giugno 2023 dal Sindaco Biondi e dall’Assessora alla Mobilità Giuliani –esordisce il comunicato della Fiab–, ribadito con entusiasmo dal Consigliere Comunale Livio Vittorini quale collegamento di “mobilità dolce” estendibile fino ad Amiternum, approvato dal Consiglio Comunale a fine marzo 2025, criticato dal Consigliere Comunale Paolo Romano perché non è compreso in un sistema: è il percorso ciclopedonale, spesso indicato erroneamente come pista ciclopedonale, presto realizzato a partire da via delle Fiamme Gialle”.
“Facciamo chiarezza –continua la nota–
- ciclopedonale significa promiscua, cioè percorribile da chi va a piedi e da chi va in bicicletta: si alimenta così un conflitto che vede relegate in un piccolo spazio due categorie di utenti della strada molto diverse. Una persona a piedi cammina a circa 5 km/h mentre una in bicicletta va due o tre volte più veloce perpetuando l’impressione che le bici “sfrecciano”
- Questo conflitto avverrà in una striscia larga appena 2,5 metri (che è la minima larghezza di una pista ciclabile secondo la legge 577 del 1999), uno spazio diventato oggi assolutamente insufficiente anche per le sole biciclette. Questo tipo di percorso cicloturistico deve essere più ampio sia per il tipo di collegamento che stabilisce (si parla di un’estensione fino ad Amiternum) sia per essere compreso nella direttrice della Ciclovia dell’Aterno (chiamato Pista Polifunzionale, ne scriviamo qui). Dovrebbe seguire gli Obiettivi Specifici del Piano Generale della Mobilità Ciclistica (OSp_3.6: superare, ove possibile, il modello di itinerario promiscuo ciclopedonale, promuovendo: la distinzione, salvo casi eccezionali, dei percorsi tra pedoni e ciclisti lungo le direttrici principali), Senza guardare all’Olanda o alla Germania basta percorrere il litorale teramano dove sono state realizzate piste ciclabili larghe fino a 4 metri.
- La sede dell’attuale sterrato su cui già oggi transitano persone a piedi ed in bici è una strada interpoderale, e tale rimarrà, per cui sarà percorribile anche da persone con mezzi a motore che hanno poderi ed abitazioni su quel territorio. Quindi non sarà una pista, ma al limite una ciclovia, come sarà una ciclovia la su citata “Pista Polifunzionale” dell’Aterno: la “pista” che va a Monticchio, per intenderci.
- La larghezza della carreggiata di via delle Fiamme Gialle è di 7 m, cioè 3,5 m per ogni corsia di marcia (le corsie delle autostrade sono di 3,75 m) sufficienti per ripartire gli spazi per i vari utenti della strada e per restringere le corsie per gli automobilisti che così saranno costretti a ridurre la velocità aumentando la sicurezza stradale.
- Le persone in bicicletta non saranno obbligate a percorrere la “pista” ciclopedonale: primo perché non lo è e secondo perché lo dice il Codice della Strada: questo parla chiaro anche nel caso fosse una regolare pista ciclopedonale.
- Ed il resto dell’anello ciclopedonale? Per le persone in bicicletta ci saranno le corsie ciclabili, simili a quelle presenti in città, che certamente segnalano la possibile presenza di persone che pedalano, ma che non bastano a garantire la necessaria sicurezza anche per le ridotte dimensioni della carreggiata.
- Ultimo punto, ma non ultimo, è quello della creazione di un “parcheggio di scambio” che, se verrà realizzato, incentiverà le persone ad usare l’automobile per recarsi a fare jogging o cycling. Un paradosso per un luogo adiacente al centro urbano che non dispone di un collegamento né pedonale né ciclabile: questa è mobilità insostenibile.
Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una propaganda che denuncia la mancanza di una corretta ed incisiva politica cicloturistica che sembra ignorare i quasi 58 mln di cicloturisti presenti in Italia nel 2023 ed i 5,5 mld di euro che essi hanno apportato nello stesso periodo all’economia italiana (dati dell’Ossevatorio sull’economia del turismo delle Camere di Commercio)”.