La Commissione Territorio della Regione Abruzzo ha iniziato oggi l’esame della risoluzione sulla Snam presentata dal consigliere Pietrucci. Come primo atto sono stati auditi i rappresentanti delle organizzazioni che da tempo si battono contro la centrale e il metanodotto della multinazionale del gas.
All’audizione hanno preso parte: Mario Pizzola dei comitati di Sulmona, Fernando Galletti degli Usi Civici di Paganica e San Gregorio, l’ingegnere Claudio Panone di Paganica e i consiglieri comunali di L’Aquila Simona Giannangeli e Lorenzo Rotellini.
Pizzola ha ricordato che fino ad oggi la Regione ha adottato numerosi provvedimenti di contrarietà all’opera della Snam e che tutti gli atti – risoluzioni, leggi e delibere di giunta – sono stati sempre votati alla unanimità. Ha evidenziato lo scempio ambientale ed archeologico in atto a Sulmona per la costruzione della centrale e che il progetto “Linea Adriatica” poteva avere un senso quando è stato presentato 20 anni fa, ma che appare ora del tutto superato ed anacronistico dal momento che i consumi di gas sono precipitati ai minimi storici.
Galletti ha sottolineato i danni che l’opera provocherà al territorio aquilano e in particolare nell’area di Paganica dove il gasdotto interessa circa 40 ettari di uso civico, che sono fonte di reddito per la popolazione locale, soprattutto per la presenza di tartufaie. Il metanodotto passerà a soli 150 metri dalla Madonna D’Appari, un bene di grande valore storico e culturale, devastando una delle valli più belle d’Abruzzo. Il tubo, inoltre, mette in pericolo l’incolumità dei cittadini poiché verrebbe interrato a meno di 20 metri dalle abitazioni.
Panone ha affrontato il tema del rischio sismico sottolineando come gli studi prodotti dalla Snam si sono rivelati del tutto inadeguati in caso di terremoto, tanto che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia è stato incaricato di rifarli daccapo. Ha ricordato che il sisma del 2009 ha tranciato di netto il tubo dell’acquedotto di Paganica e causato anche l’esplosione della condotta del gas. Il principio di precauzione impone che un impianto così pericoloso non venga realizzato in territori, quali quelli dell’Appennino, che sono della massa sismicità.
Giannangeli e Rotellini hanno detto che il Comune di L’Aquila in passato è stato sempre contrario al metanodotto, tanto da promuovere anche un ricorso al Tar, ma che oggi non si comprende quale sia la sua posizione. Il sisma del 2009 ha prodotto profonde ferite materiali e umane al nostro territorio ed è assurdo che ciò non abbia insegnato nulla. E’ inaccettabile che venga imposta alle aree dell’Abruzzo interno, già in forte difficoltà, un’opera che avrà un impatto devastante e che per di più è inutile. Un’ opera che rappresenta anche una beffa perché il suo costo, di ben 2 miliardi e 500 milioni, sarà pagato dai cittadini attraverso un immotivato aumento della bolletta energetica.
I componenti della Commissione hanno ascoltato con molta attenzione le osservazioni esposte dai rappresentati sia della società civile che dell’istituzione locale. La settimana prossima si continuerà con le audizioni e si passerà al voto. L’auspicio e che tale voto sia coerente con tutti gli altri pronunciamenti della Regione in merito al problema Snam