Sportello sociale per la Pace: a Teramo due i punti di raccolta per i beni di prima necessità e medicine

Prendono il via le attività dello Sportello sociale per la Pace, aperto dal Comune di Teramo con l’obiettivo di organizzare una raccolta di cibi a lunga conservazione, medicine e beni di prima necessità da inviare alle popolazioni e ai territori colpiti dalla guerra.

Le prime attività saranno svolte in collaborazione con l’Associazione Kerjgma, di cui è referente Sergio D’Ascenzo, con l’amministrazione che ha individuato insieme alla locale Pro loco, nella scuola di Viola, il magazzino di stoccaggio dei prodotti da inviare alle popolazioni in guerra. I cittadini che lo vorranno, venerdì 4 marzo, a partire dalle 16.00 (e successivamente sabato mattina e pomeriggio e domenica pomeriggio con orari ancora da definire), potranno portare nel punto di raccolta materassi, coperte, lenzuola, cuscini, medicinali e cibo in scatola a lunga conservazione. I prodotti dovranno essere inseriti all’interno di scatoloni ben chiusi e con l’indicazione del contenuto. Non potranno essere accettati, per esigenze di trasporto, sacchi di vario genere, ad accezione di quelli utilizzati per coperte e trapunte che dovranno comunque chiusi in maniera adeguata.

Per informazioni e per aggiornamenti sulla campagna di aiuti (con giorni e orari di raccolta e sviluppi sull’emergenza umanitaria) sarà possibile sia accedere alla pagina Facebook dell’associazione Kerjgma, sia contattare il suo referente D’Ascenzo al numero 348-7250411.

Contestualmente, in aggiunta all’attività di raccolta a Viola, all’interno della rete di aiuti coordinata dal Comune la Pro loco di San Nicolò, insieme all’associazione San Nicolò per crescere, ha avviato una raccolta di medicinali nella sua sede di via Leonardo Da Vinci.

I cittadini che vorranno partecipare all’iniziativa di solidarietà potranno recarsi nei locali della Pro loco dalle 16.30 alle 19.00.
 Contestualmente il sindaco, anche nella sua veste di Presidente Anci, sta proseguendo le interlocuzioni con gli altri primi cittadini, la Prefettura e la Caritas, al fine di organizzare al meglio il sistema di accoglienza dedicato alle popolazioni in fuga dalla guerra, che si fonda sulle strutture Cas e Sai esistenti.