Dopo 8 anni trascorsi nella segreteria della delegazione regionale Caritas e dopo 4 mesi dalla sua nomina a delegato della Caritas Pescara-Penne, Corrado De Dominicis è il nuovo delegato della Caritas d’Abruzzo e Molise. La nomina è stata ratificata a inizio novembre dopo il confronto di tutti gli uffici diocesani. Abbiamo intervistato il nuovo delegato regionale Caritas per farci raccontare quali sono obiettivi, ambizioni e necessità dei prossimi mesi.
Classe 1985, sei un giovanissimo laico alla guida della Caritas, come immagini di coinvolgere questo mondo nella costruzione attiva del bene comune?
Prima di tutto permettimi di fare un saluto a tutti i lettori e a tutto il mondo del CSV!
Un servizio che ho accettato con sorpresa ed emozione, consapevole delle responsabilità. Servizio che voglio offrire con impegno e passione per il coordinamento delle tante belle realtà che già sono attive e testimoniano la carità nei territori di Abruzzo e Molise. Penso alle Caritas diocesane d’Abruzzo e Molise ma anche alle tante Caritas parrocchiali, ricchezza del nostro territorio. Mi sento di poter dire che il coinvolgimento è già in essere, per natura del nostro organismo pastorale. Direttori e collaboratori siamo già in cammino su questa strada: abbiamo una suddivisione delle aree di lavoro che coinvolge tutti per essere corresponsabili nella nostra comunità. Non arrivo in un terreno incolto, c’è già chi lo ha arato e coltivato; oggi siamo chiamati a custodire e far crescere nuovi frutti grazie a confronto e collaborazione. Inoltre siamo consapevoli di poter contare sull’appoggio e la vicinanza di Mons. Valentinetti, vescovo delegato alla Carità per la Conferenza Episcopale Abruzzese Molisana, e di tutti i vescovi della delegazione.
Da delegato regionale, quali priorità stai individuando?
Le priorità le abbiamo individuate insieme nell’ultimo incontro avuto lo scorso ottobre. Abbiamo pensato di rafforzare i gruppi di lavoro regionale per migliorare la collaborazione già in essere e crescere insieme. Siamo convinti che sia importante investire risorse e tempo nella relazioni fraterne e nella formazione per conoscere meglio il territorio, scoprendone pregi e ricchezze e metterli a servizio gli uni degli altri per essere, ancor di più e ancora meglio, a servizio degli ultimi.
Uno dei propositi è quello di lavorare in rete con le singole Caritas diocesane abruzzesi e molisane, quali mete volete raggiungere lavorando in connessione ancora più stretta?
Il lavoro condiviso, come già detto, è uno dei fondamenti del nostro operare. In stretta connessione con la Caritas Italiana e con le altre delegazioni cercheremo di progredire nel portare avanti le attività delle singole diocesi e della delegazione. Ad esempio, già da diversi anni, ogni estate collaboriamo all’organizzazione di un momento formativo sui temi della legalità e della giustizia con la Scuola di formazione all’impegno sociale e politico “Paolo Borsellino” nella Diocesi di Trivento; abbiamo portato avanti alcuni progetti regionali con il supporto di Caritas Italiana e progetti tra Caritas diocesane. In questo tempo storico potrebbe essere interessante poter avviare un progetto condiviso per rinnovare la nostra azione soprattutto in risposta alle difficoltà che la pandemia lascerà come conseguenze nella nostra amata Italia.
Quali nuove sfide deve fronteggiare la Caritas a causa di questa emergenza sanitaria?
Il Covid 19 sta modificando, e non poco, il volto della nostra società. Da una parte si manifestano nuove povertà anche in quelle famiglie che non avevano mai conosciuto le difficoltà economiche, il rapporto 2020 di Caritas Italiana su povertà ed esclusione sociale in Italia ci ha presentato bene questa situazione: nel periodo maggio-settembre 2020, confrontandolo con lo stesso periodo 2019, emerge che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%; quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta; dall’altro, crescono i bisogni di chi già viveva situazioni di povertà. Sarà importante mettere a fuoco le priorità degli interventi in funzione anche delle conseguenze che ci saranno nei prossimi mesi; adesso stiamo vedendo ancora una parte delle difficoltà a livello sociale: quando termineranno il blocco ai licenziamenti, la cassa integrazione straordinaria e tutte le misure attive oggi saranno necessario sostenere le famiglie e investire sul lavoro in maniera totalmente nuova per garantire alle persone la dignità che solo questo diritto, sancito dalla costituzione, può offrire.